Come si comunica una bella notizia? Con un messaggino su WhatsApp? A Mark Zuckerberg piacerebbe. Oppure al telefono?
No, non noi.
Noi preferiamo parlare di queste cose di persona, davanti a una cena con buon cibo e spumante, ci piace che i nostri amici apprezzino il racconto e ci piace avere di fronte le facce sorridenti, e se non sorridono abbastanza cerchiamo di migliorare il racconto per farle sorridere di più.
Ci piace anche fare qualche sorpresa ogni tanto. Quindi ogni tanto, con parsimonia, ci organizziamo a vicenda gite a sorpresa, regali a sorpresa, cene a sorpresa… abbiamo reso l’idea. Allora insieme decidiamo di raggiungere a sorpresa il fratello di Stefania in vacanza con famiglia in Toscana, vicino a Cecina, e di invitarli a cena per dare loro la grande notizia.
Conosciamo la zona e prenotiamo una stanza in un albergo a noi caro nell’entroterra vicino (pssssttt non ditelo a nessuno, l’albergo è Zi’ Martino a Castagneto Carducci). Poi inviamo il fatidico messaggino di invito a cena al fratello, per la sera stessa, da Zi’ Martino.
Ovviamente il fratello è molto sorpreso. Obiettivo raggiunto. Ma è sorpreso due volte, la prima perché lo invitiamo a cena praticamente a casa sua quando dovremmo essere a Pavia, la seconda perché lui nel frattempo è andato a visitare alcuni amici a Talamone, centoventi chilometri più a sud verso Grosseto. Quella sera non ce la fa a raggiungerci.
Ecco allora lo scambio di messaggini per cercare di rimandare al giorno dopo. Lui “Dai, dobbiamo vederci, noi torniamo domani in mattinata, voi rimanete ancora qualche giorno?” e noi “No, facciamo solo (una) toccata e fuga x (il) brindisi.
Ovviamente quando si scrivono i messaggini si scrive in modo telegrafico, senza articoli, con abbreviazioni eccetera. Poi ci si mette anche il correttore automatico che appiccica la lettera maiuscola a quel brindisi, trasformandolo in quella bella città pugliese. Che per giunta è stata una nostra meta di lavoro, quindi non stupisce più di tanto. Il fratello risponde “ah capisco”. Poi lui e la moglie si domandano: ma che caspita ci vanno a fare fino a Brindisi? e perché passano dalla Toscana per andare poi sull’adriatico? non allungano il viaggio un po’ troppo?
E’ tutto vero, davvero. Non che sia un granché, ma è la pura verità.
Alla fine, noi prolunghiamo la nostra toccata-e-fuga di un giorno, la cena da Zi’ Martino diventa il pranzo del giorno successivo, appena in tempo dopo il ritorno del fratello da Talamone. Noi ci presentiamo con addosso un prendisole, reduci dallo sguazzo in piscina. Finalmente diamo loro la grande notizia, brindiamo… poi la cognata ci chiede incuriosita: Come mai andate a Brindisi… e perché passare per la Toscana che è sulla costa opposta? Quindi le grandi risate e i chiarimenti. Tutta colpa dei messaggini.
Questa è la storia della grande decisione. Un grande passo, costato naturalmente molti soldi ma anche tanto tempo e ricerche. Meritava una celebrazione come si deve. Con famiglia e amici, buon cibo e tante bollicine. E le risate. E’ bello ridere anche di queste piccole cose, fa bene al cuore.
Dopo un anno, quando ci pensiamo, ancora ci viene da ridere.